Mino Maccari, nato a Siena, nel 1898, studiò a Siena, addottorandosi in Legge. Ma a Colle Val d’Elsa, dove aveva la famiglia, non fece il cavalocchi o il mozzorecchi neanche un giorno - fece peggio - diventò selvaggio.
Che cosa voleva dire per lui fare il selvaggio? Voleva dire rifiutare l’europeismo malsano, lo snobismo immorale, la falsa civiltà da grande albergo, e rifarsi paesano, schiettamente italiano.
Nel 1924 fondò un giornale di battaglia, intitolato Il Selvaggio. Di questo valoroso giornale parlerà prossimamente sulla nostra rivista Augusto Hermet. Qui basti dire come su 'quel giornale, organo di Strapaese, Mino Maccari redigesse i più intelligenti articoli di fondo del giornalismo italiano, dal 1924 al 1930, pubblicasse poesie (raccolte e stampate poi da Vallecchi, sotto il titolo di Trastullo di Strapaese - il più originale documento lirico della Rivoluzione fascista!); componesse caustici e sferzanti versetti (le più riuscite satire politiche e artistiche, dopo le strofe zoppe di Lacerba).
Mino Maccari non ha però sfruttato interamente le sue doti di scrittore: ha preferito alla penna la matita, il bulino, la sgorbia.
Nei disegni ritrae di preferenza i suoi figliuoli (amoroso babbo!). Nelle incisioni, i paesaggi toscani (amoroso italiano!). Usa la sgorbia per le sue genialissime caricature politiche artistiche e di costume.
Una fantasia felice e non stravagante, una intelligenza temperata da buoni studi, una estrosità di disegno e una immediatezza di espressione, danno alle sue caricature una giocondità e insieme una forza che nessun caricaturista raggiunge oggi in Italia.
Mai una volgarità o una banalità; la sua caricatura è sempre profondamente morale, poiché Mino Maccari, selvaggio senza debolezze, prende di mira preferibilmente o pose intellettuali o stupidi costumi immorali. Valgano per tutte le innumerevoli caricature, le due tavole che riproduciamo: Rimpianto dello scapolo (è Natale e il solitario scapolo gode la festa tutta per sé!) e La borghesia al mare (è agosto: la famiglia borghese stupidamente si spoglia per farsi fotografare sulla spiaggia e appare in tutta la sua miseria sia fisica che morale).
Ma speriamo, caro Maccari, che i soliti zelanti della moralità, mal comprendendo quanto ridevoli e miserevoli siano quei mezzi nudi che tu hai caricaturato, non gridino al solito scandalo!
In questo caso, essi non hanno che da voltare pudibondamente la pagina: si vedranno ritratti nella Sinfonia del coraggio! (1938 - Artisti Italiani: Mino Maccari. Il Frontespizio, Firenze, Vallecchi Editore, n. 8 agosto, pp. I/VIII (8 disegni - 15 incisioni - 7 puntesecche).