Francesco Saltara, insegnante al liceo Taramelli per decenni ma soprattutto esponente di spicco della pittura esistenzialista italiana dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del '900.
Nato a Pavia nel 1930, Saltara è stato un artista molto schivo e poco incline a rendere nota la sua attività professionale.
Si è imposto all'attenzione del pubblico nel 1959 allorchè partecipò al premio Bottigella Città di Pavia, mostra nazionale di pittura figurativa dove la sua tela Anguria si aggiudicò il premio ex aequo con la composizione di Anna Nascimbene Tallone. La formazione artistica di Saltara avvenne nel segno della cultura realista, resa esplicita dall'adozione di tematiche esistenzialistiche e di modi formali di accentuazione espressionista: le sue immagini di camicie e bluse da lavoro appese e strette da corde, su sfondi spogli e asettici, simboli evidenti di una condizione psicologica svuotata e dolorosa, hanno riscosso l'attenzione della critica nazionale segnalando l'autore tra i più interessanti esponenti della pittura figurativa di matrice realista.

L'artista ha partecipato ad esposizioni personali e collettive di rilievo, da Milano a Roma a New York. Ma a partire dalla metà degli anni Settanta ha interrotto l'attività espositiva che pure aveva vantato invisti a mostre qualificate e ha via via limitato la partecipazione al dibattito culturale cittadino.