TROLESE Benito
Nato a Venezia nel 1937, muore a Milano il 9 dicembre 2017.
Nel 1951 inizia a lavorare come soffiatore di vetro a Murano e nel 1956 si trasferisce a Bolzano dove incontra e sposa Silvana nel 1958. Nel 1964 avviene un incontro fondamentale: quello con il pittore Willy Valier. Nel 1967-68 Trolese dipinge le sue prime opere significative. Ciò che di visionario è nelle sue immagini scaturisce sempre da emozioni reali della vita quotidiana. A Bolzano, nel 1970, ha luogo la sua prima mostra personale, presentata da Luigi Serravalli. L’anno seguente Trolese tiene la sua seconda mostra personale, questa volta a Milano, alla galleria Solferino di Filippo Abbiati con presentazione in catalogo di Raffaele De Grada. A Milano si trasferisce definitivamente nel 1972. Qui conosce i critici d’arte Carlo Munari e Renzo Margonari: quest’ultimo, in particolare sensibile alle vicende dell'arte fantastica, lo sostiene, presentandolo in diverse mostre di tendenza. Con la stamperia Upiglio le prime litografìe, subito dopo l’amico Paolo De Polo lo introduce all’incisione calcografica, che non abbandonerà più. Nel 1976 aderisce al Centro Culturale Bafomet di Firenze. “Due aspetti del fantastico” nel 1979, con Lorenzo Crinelli, al Centro dell’Incisione. Nel 1984 viaggio e mostra a Wroclaw, Polonia, e mostra di grafica italiana a Helsinki. Dal 1981 all'86, a Milano, Trolese dà vita al gruppo ALEPH con Bardi, Paz, Togo, Seveso, Marasi e Paola Mortara. Nel 1987 la sua opera viene presentata dalle Edizioni dello Scarabeo in un catalogo riassuntivo del periodo 1970/1987, con testo di Paolo Bellini. Nel maggio del 1990 una sua importante mostra personale con opere dal 1973 al 1989 viene ospitata alla galleria Senato di Milano. In questo periodo matura un atteggiamento diverso nei confronti della pittura: colore e gesto diventano primari rispetto alla forma, che in ogni caso sottende il lavoro. Nel dicembre dello stesso anno la Galleria Spazi Arte di Piacenza allestisce una vasta mostra personale con un nuovo testo introduttivo di Raffaele De Grada. Nel 1991, per le edizioni Giorgio Mondadori esce il libro Arte fantastica e Incisione - Incisori visionari dal XV al XX secolo, a cura di Paolo Bellini, nel quale viene dedicata una pagina al suo lavoro di incisore. Nel 1992 il Museo d’Arte Moderna di Bolzano acquista un suo grande quadro. Nel novembre dello stesso anno il mensile “Arte" gli dedica un ampio servizio fotografico con testo di Paolo Bellini. Dal 1986 è invitato a tutte le Triennali dell’Incisione di Milano. Nel 1995 è invitato alla mostra “Sulle rotte dell'animale tra immaginario e fantastico” di Bressanone. Sempre a Bressanone nel 1997 partecipa alla mostra “Nel segno del labirinto". Nello stesso anno al Museo della Permanente, a Milano, espone alla mostra “Figurazioni". Trolese tende con sempre maggiore interesse ad approfondire la calcografìa in tutte le sue tecniche, riservando alla pittura la vitalità del colore. Nel 1998 è invitato alla 3° rassegna del Bianco&Nero di Modica. Nello stesso anno partecipa ad un Concorso Ministeriale, in seguito al quale viene nominato Docente di Tecniche dell’ Incisione, prima all’Accademia di Belle Arti di Venezia e poi all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e Sassari. Nel 1999 è invitato alla mostra “L’ arte e il torchio” di Cremona e alla mostra “Itinerari grafici” alla Medusa di Este. Sempre nel ’99 espone a Siracusa con "Cyperus Papyrus" e Milano al Centro dell’Incisione. Nel 2000 prende parte alla mostra “Per inciso” al Museo della Permanente e partecipa con una grande crocifissione alla “Biennale d' Arte Sacra” nella Chiesa del Carmine. Sempre nel 2000 espone al Museo d'Arte Contemporanea di San Donato Milanese alla mostre “Diirer ... da Diirer” e “Con la cima verso il cielo”, e al Premio Internazionale “Ermanno Casoli” a Serra San Quirico. Selezionato per la “National Print Exhibition” alle Mail Galleries di Londra, unico italiano presente. Per Trolese l’incisione è linguaggio autonomo e come tale la ricerca del segno va perseguita senza l'apporto del colore. Con rigore tecnico, senza il quale qualsiasi avventura dello spirito si annacqua. Il colore, in quanto risonanza psichica profonda, meglio si adatta alle materie della pittura. L’incisione in bianco e nero, nei suoi vari procedimenti, è quello che non può essere la pittura: filtro di luce, rappresentazioni astratte di realtà concrete e mentali. Il 2001 lo vede operare al Centro dell’ Incisione di Milano e poi al Castel S.Angelo di Novacella di Bressanone, con la mostra “Il matto dei tarocchi”, tema che sviluppa in quadri e in una serie di incisioni all'acquafòrte. È nuovamente selezionato alle Mail Galleries di Londra ed ancora una volta è l’unico italiano ad esporre alla “National Print Exhibition”. Le ultime partecipazioni del 2001 sono la Biennale Europea dell’Incisione di Acqui Terme e la “International Miniprint Triennial” a Lahti Art Museum, in Finlandia. Invitato nel 2003 all’ Vili triennale dell’incisione di Milano, nello stesso anno ancora, selezionato, alla VI biennale dell’incisione di Acqui. Nel 2005 partecipazione alla mostra del trentennale al Centro dell’Incisione di Milano. Sempre nel 2005 il circolo S. Erardo di Bressanone, organizza una mostra internazionale sul tema “La soglia” che lo coinvolge emotivamente con una cospicua produzione di lavori, poi esposti anche alla Medusa di Este (Padova), al Premio Santhià, alla personale di Levanto e al centro dell’incisione di Milano con gli amici pittori De Polo e Olivotto. Ancora una volta selezionato per la VII Biennale dell’Incisione di Acqui. Nel 2005-2007 invitato all’VIII e IX Biennale di Castelleone (Cremona). Nel 2006 ancora invitato alla II Biennale di Cetona (Siena) e alla IV biennale di Campobasso. Nel 2008 il Circolo S. Erardo di Bressanone lo invita per una mostra su “Ritratto e Autoritratto”.