È nato il 23 marzo a Rovescala (Oltrepò Pavese). Appena dodicenne ha i primi “rivoluzionari” insegnamenti da Oswaldo Bot, pittore futurista piacentino. Adolescente, frequenta lo studio di Uberto Rognoni, sensibilissimo pittore di estrazione borghese vicino a Bonnard. Per il resto lo si può definire autodidatta. Nell’immediato dopoguerra, fra il 1945 e il 1946, in un momento in cui la vita culturale di Milano è in piena esplosione, l’amico Alberto Cavallari - giornalista e scrittore divenuto direttore del Corriere della Sera – gli fa conoscere gli artisti che gravitano intorno alle riviste “Numero” e “il 45”. Tronconi stringe amicizia con lo scultore Giovanni Paganin e il pittore Bruno Pippa. Intanto Dino Del Bo, che dirige con Mario Apollonio e Gustavo Bontadini la rivista “Uomo”, lo accoglie fra i suoi collaboratori con scritti di argomento artistico. Nei primi anni Cinquanta trova lavoro come grafico presso la “C.P.V:”, agenzia internazionale di pubblicità e, in seguito, presso la Mondadori Editore. Contemporaneamente intrattiene relazioni con i gruppi di pittori e letterati che dibattono i problemi dell’arte dal neocubismo all’informale. Solo nel 1962, con una “personale” alla Vinciana di Dagoberto Pavia, ha i primi riconscimenti “esponendo il suo mondo” in quel contesto storico-culturale indirizzato a dare “a new image of man” (una nuova immagine dell’uomo), come si diceva dal titolo di un fortunato libro americano.
Da questo momento viene invitato alle maggiori rassegne nazionali e a prestigiose mostre internazionali, indicato da alcuni critici come uno dei più stimolanti artisti della "nuova figurazione".
Tronconi si muove nel solco di Bacon e Giacometti: siamo nell'area di un'arte di impegno e resistenza nei confronti dell'organizzazione produttiva e sociale e la sua ideologia. Alle allusioni del progresso il pittore oppone la serie dei "Vecchi che si strappano le vesti credendo di lavorare", che ci ricordano il carattere solo apparentemente costruttivo dello sviluppo. L'inganno del mondo dei consumi è espresso dagli "Uomini che rincorrono un fantasma”, che si muovono sotto i cieli cari anche a Turner e a Goya. E non dimentichiamo il tema del "Disadattato" in cui Tronconi identifica la condizione - stessa dell'artista nel mondo contemporaneo. E ancora: “Le streghe della falsa informazione" e "Morte di un persuasore occulto", titoli anticipatori dei temi sul rapporto fra informazione e potere, che si dibattono oggi e che allora gli fruttarono l'attenzione dei critici più consapevoli.